In Diario

Traccia per il gruppo “Persona e futuro”, 22 settembre

  1. L’attualità è solo di parte del personalismo, non di quello che precede il secondo conflitto bellico

Dobbiamo distinguere tra una “fase dottrinaria” (così definita dallo steso Mounier) che precede la seconda guerra mondiale ed una più matura che segue invece il conflitto.

Tipica della prima è una cultura di progettualità ideologica che in Mounier si manifesta secondo Ricoeur in un certo grado di catastrofismo verso la modernità e di eccitazione rivoluzionaria; osservazioni che almeno  per il primo aspetto sono estendibili anche a Maritain, il quale non soffre di eccitazione rivoluzionaria ma tuttavia, come suo limite specifico, tende a porre un’eccessiva enfasi su un ruolo egemonico della Chiesa (sia pure da rinnovare) tipico di società semplici e poco pluraliste

2- Il testo politico più attuale di Maritain, filosofo cristiano della democrazia, è “L’Uomo e lo Stato” (con una postilla su “Per una politica più umana”)

Maritain in esilio fa i conti con un’altra modernità, quella americana, in particolare col pensiero di Courtnay Murray, che tende a ridimensionare il ruolo dello Stato a favore del pluralismo sociale, e si misura con la stesura della dichiarazione dei diritti dell’Onu, quindi in presa diretta con la complessità del pluralismo.

Come ha notato Etienne Borne al Maritain teorico delle “democrazie cristiane” succede dopo la guerra il Maritain teorico cristiano delle democrazie.

Per questo il vero testo attuale in termini politici è “L’uomo e lo stato”, in particolare i capitoli IV e Vi.

Nell’edizione 2003 i passaggi chiave sono:

pag. 76-  si possono realizzare significativi accordi pratici, che però prescindono da un’impossibile accordo sui fondamenti, che restano divisivi (quello che in an recenti si sarebbe poi chiamato “consenso per intersezione”);

pag. 158 – lo Stato ha un ruolo limitato di garanzia di questo tipo di consenso, per questo esso non può essere confessionale e si arresta di fronte alla libertà di coscienza (è lo schema di Murray che rifluisce poi nella “Dinitatis Humanae” del CVII);

pagg. 164-166- la legge civile non impone il bene, permette o tollera anche alcune scelte negative perché altrimenti produrrebbe un male maggiore, danneggerebbe l’unità che poggia sul pluralismo, “la sana applicazione del principio pluralistico”.

Questa riflessione contro la politica invadente non porta però, dentro quei limiti di finalità, a sottovalutare il problema della stabilità e dell’efficienza degli esecutivi, che aveva apprezzato negli Usa di allora per differenza rispetto ai limiti degli esecutivi III Repubblica: il tema di cui tratta il testo del 1944 su “Potere legislativo e potere esecutivo”, ricompreso poi dentro “Per una politica più mana”.

3- Il testo politico più attuale di Mounier è “Fidelité”: ripensare lo spazio politico della sinistra non comunista

La novità del pensiero post-bellico di Mounier è un preciso posizionamento politico che è espresso dal suo ultimo scritto “Fidelité”:

-la Resistenza ha segnato il superamento della divisione tra laici e cattolici, tra “celui qui criyait au ciel et celui qui n’y croyait pas” (Aragon) e al dissoluzione di qualsiasi ipotesi di cristianità; anche sul piano politico laici e cattolici devono costruire insieme qualcosa di nuovo;

nello spazio politico è però impossibile prescindere sia dalla divisione destra/sinistra sia dalla frattura interna alla sinistra tra comunisti e non comunisti, specie dopo il consolidamento delle sedicenti ‘democrazie popolari’;

-l’operazione politica che dà corpo alle intuizioni del personalismo è la creazione di un nuovo spazio politico di sinistra non comunista secondo l’intuizione del filosofo Landsberg per il quale la politica è sempre la scelta necessaria del bene possibile, di cause che sappiamo a priori essere imperfette ma non per questo equivalenti ad altre.

  1. Conclusione (se ce ne può essere una)

Queste intuizioni su una politica efficiente ma non invadente e sulle collocazioni possibili (su cui com’è noto si è mosso poi per il caso francese il gruppo di “Esprit civique” vicino a Delors, erede diretto di quella tradizione) ci offrono suggestioni e criteri utili per il nostro impegno, sia pure non come ricette preconfezionate. Altrimenti non sarebbe personalismo, che è una matrice di idee e progetti, non un’ideologia

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