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E’ doveroso il sostegno pieno alle misure che anche oggi varerà il Governo a sostegno dell’Ucraina aggredita, compresi gli aiuti militari, in raccordo coi Paesi Ue. Questo non è affatto impedito dall’articolo 11 della Costituzione, che è scritto sulla base delle culture dell’interventismo democratico per combattere insieme aggressori.
L’articolo 11 era partito nella Prima Sottocommissione della Costituente come somma di due commi diversi, uno sul ripudio della guerra (nella versione iniziale rinunzia alla guerra) e l’altro sulle cessioni di sovranità, ma dopo un attento dibattito il 3 dicembre 1946 il costituzionalista catanese sturziano Caristia chiese e ottenne di fonderli perché il ripudio delle aggressioni, per avere effetti reali, non poteva che sfociare in una diversa visione della condivisione di sovranità e, quindi, di azioni comuni di difesa.
Per questo fu pienamente legittimo anche l’intervento Nato in Kossovo in presenza di un blocco delle Nazioni Unite, un uso minimo della forza per evitare il male maggiore di un’imminente catastrofe umanitaria.
Non siamo oggi in quella condizione, ma deve essere chiaro che l’articolo 11 è scritto per intervenire insieme contro gli aggressori e per aiutare gli aggrediti, non per impedirci di farlo.

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