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Fattore B., Costituzione e l’infame attacco ai 5 giuristi

il direttore

risponde

 Non so dire se l’unica intesa del governo

delle «larghe intese» sia l’inganno. Di certo

l’unico governo possibile oggi con il

parlamento eletto dagli italiani otto mesi fa è

questo, perché altri (numericamente e politicamente)

non sono possibili. Il governo delle cosiddette

«larghe intese» è anche l’unico praticabile

nella prossima legislatura se non si cambia

la legge elettorale. E per modificare la legge elettorale

occorre un accordo «di larghe intese».

Non la si modifica, così, perché una parte la vuole

modificare.

Per vent’anni questo paese si è diviso fra berlusconismo

e antiberlusconismo. Ognuna delle

due fazioni aveva le sue buone ragioni per praticare

la rispettiva fede. Il risultato di questi vent’anni

di «guerra civile» è sotto gli occhi di tutti:

il disastro. Continuare la guerra civile sulle macerie,

per quanta ragione si possa avere, è suicida.

Ma ancor più è inutile, perché da ambo le

parti si troveranno dei «resistenti» che, come i

soldati giapponesi a guerra finita, continueranno

a sparare senza più neanche sapere il perché.

E non si arriverà mai al dopo, chiudendo

una pagina di questo nostro martoriato paese

per aprirne finalmente un’altra.

Del resto nel dopoguerra le divisioni fra cattolici,

liberali e comunisti erano assai più grandi di

quelle di oggi, eppure riuscirono a scrivere insieme

la Costituzione. E sì che si lavorava fianco

a fianco tra filo-americani che avevano appena

sganciato le bombe di Hiroshima e sodali

di Stalin, con tutto il po’ po’ di decine di milioni

di morti che il «padre della patria» aveva sul

groppone.

N Eppure è nata la Costituzione, che alcuni dicono

«la più bella del mondo». Costituzione che,

come tutte le leggi, dopo più di 60 anni forse di

qualche ritocco necessita. Ora, l’unico modo democratico

per cambiare la Costituzione è la procedura

stabilita dall’articolo 138. E se i costituenti

hanno previsto un articolo per «la revisione

della Costituzione» vuol dire che anche loro si

rendevano conto che avrebbe avuto bisogno di

«revisione» con gli anni, e non era «intoccabile

».

Quanto all’infame attacco scagliato contro cinque

giuristi, scelti appositamente fra le decine e

decine di professori universitari finiti sotto inchiesta

anni fa in un fascicolo giudiziario dormiente

da lungo tempo in uffici polverosi, e individuati

scientemente perché membri del gruppo

dei «saggi» chiamati a studiare possibili modifiche

alla Costituzione, tale atto è talmente

spregevole e al di fuori di ogni civiltà giuridica

e umana, che non merita commenti. Semmai il

volgare utilizzo della vicenda da parte di sedicenti

difensori della Costituzione, la dice lunga

sull’utilizzo strumentale che si sta facendo della

Costituzione per fini politici da parte di gruppi

e gruppuscoli estremisti, e dei loro giornali di

riferimento. Per non parlare dei magistrati prezzolati

che, invece di fare il loro dovere e concludere

l’inchiesta, hanno pensato bene di selezionare

i nomi degli indagati e passarli alla stampa

fiancheggiatrice. Metodi da Gestapo o da

Kgb, che con la Costituzione italiana non hanno

nulla a che vedere.

p.giovanetti@ladige.it

 

 

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