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La cosa sconcertante del programma del M5S è che insieme al velo di silenzio sul referendum sull’Euro è sceso un generale silenzio su tutto ciò che è Europa e Unione Europea. Ciò che rende surreale l’elenco dei 20 punti, che sono un insieme di banalità (come diceva il mio caro amico Cesare Martino “Spesso ci si accontenta di ribadire che l’uomo è umano e che la democrazia è democratica”) e di promesse senza numeri su costi, è l’idea che essi si possano perseguire in una sorta di autarchia nazionale. Quindi il programma è strutturalmente anti-europeo anche se di Europa non vi è traccia. Si può dire che il M5S sembra aver tratto le conseguenze del programma del centrodestra che promette invece un (impossibile) “recupero di sovranità nazionale”, spacciandolo peraltro abusivamente come una copia del modello costituzionale tedesco, mentre la Groko tedesca ha come primo punto la costruzione di una nuova sovranità europea. E l’intervista odierna di Gentiloni al Foglio conferma che solo il Pd e la maggioranza di centrosinistra hanno l’impostazione giusta su questo, che è il problema decisivo.

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