Sui profili relativi all’articolo 92 della Costituzione intervengono sui quotidiani di oggi tra gli altri Luciani, Cuocolo e De Siervo, ma qui il conflitto non è solo su un articolo delle Costituzione, utilizzato per evitare un baratro per il ssitema Paese: a cosa servirebbe la Costituzione e una firma del Presidente se non per evitare questo? Il diniego di firma non è legato a diverse visioni politiche, ma esattamente al cuore del ruolo della Presidenza della Repubblica.
E allora questa non è un’esecitazione, è davvero uno scontro tra democrazia liberale e quel concetto paradossale di democrazia illiberale, in cui la maggioranza politica pro tempore crede di non avere limiti.
Lo aveva paventato proprio il Presidente Mattarella il 12 maggio nel suo ricordo di Einaudi:
“Einaudi appare fortemente segnato dal timore del ritorno di spinte all’autoritarismo, in una dimensione che i commentatori odierni potrebbero riferire alla sconsiderata formula – pur inconsistente e insostenibile – della ‘democrazia illiberale’. ”
Questa è la sfida e proprio perché è così grave cui nessuno può dirsi pilatescamente neutrale.
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