In Diario

Domani saranno 38 anni dall’uccisione di Vittorio Bachelet all’interno della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza.

Come nota spesso il prof. Fulco Lanchester, la lapide (che allego) rende il clima dell’epoca, con quel “suo dovere” che  almeno a noi, leggendola, suona quasi come una distanza..

Per uno strano caso mi è stata data (non in esclusiva) la stanza che era stata di Bachelet. D’altronde le stanze vicine sono state abitate da Moro e da D’Antona. Quel terrorismo è scomparso, ma il culto della violenza torna spesso a manifestarsi in forme nuove, La memoria ci deve indurre ad essere vigili e a non  sentirsi distanti da coloro che si trovano ad essere più esposti perché esercitano una responsabilità che è tale anche e soprattutto rispetto a noi..

Come ricordava un altro martire, Dietrich Bonhoeffer, “Per chi è responsabile la domanda ultima non è: come me la cavo eroicamente in questo affare, ma: quale potrà essere la vita della generazione che viene? Solo da questa domanda, storicamente responsabile, possono nascere soluzioni feconde, anche se provvisoriamente molto mortificanti.”

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