In Diario

Roma, 30 novembre

Sintesi della relazione  “Giovanni Leone Costituente”

di Stefano Ceccanti

 

la relazione ripercorre i testi dei lavori dell’Assemblea; il discorso tenuto dieci anni dopo, il 16 gennaio 1958; il volume da lui pubblicato nel 1985.

Tra gli aspetti che possiamo ritenere più attuali del lavoro costituente si segnalano in particolare:

  • in relazione all’articolo 66 Leone si schierò a favore della proposta Mortati di un Tribunale per la verifica delle elezioni eletto dal Parlamento ma non composto di parlamentari;
  • l’indirizzo complessivo sul potere giudiziario così enunciato: rendere i magistrati “indipendenti, ma non assolutamente distaccati dalla vita dello Stato..”, ossia un “potere giudiziario” non così autoreferenziale “da restare avulso dalla vita della Nazione”;
  • la presa di posizione contro l’iscrizione dei magistrati ai partiti “in quanto non basta che il giudice sia indipendente, ma occorre che tale egli sempre appaia.”;
  • gli argomenti contro le giurie popolari, ossia contro quello che noi oggi chiamiamo populismo giudiziario: “. Resta, però, sempre l’esigenza della capacità, dell’idoneità a talune funzioni, incompatibile col principio della indiscriminata partecipazione del popolo”;
  • l’impegno per distinguere le garanzie di indipendenza di giudici e pubblici ministeri: fu grazie a un emendamento Grassi-Leone se si rinviò solo per queste ultime alla legge sull’ordinamento giudiziario, ossia si deliberò, secondo le parole di Leone in quella seduta un “parziale complesso di garanzie” rispetto a quello totale dei giudici, cosa che lascia la porta aperta ad istruzioni esterne: Capi delle Procure, CSM e financo il Governo;

 

Nel discorso per il decennale della Costituzione è particolarmente interessante la valutazione critica sul bicameralismo ripetitivo (che “dà luogo..a gravi problemi” a cominciare dalla lunghezza della navette da riformare “con particolare impegno”.

 

Nel discorso del trentennale della Costituzione rilevante invece la critica all’eccessivo attivismo del Csm, sia pure dovuta all’assenza di una legge sull’ordinamento giudiziario: ne è scaturita “una produzione di tipo quasi normativo” niente affatto fisiologica.

Alla fine del percorso non si può non rilevare un paradosso: al di là di singole personalità, la forza politica che in materia di giustizia ha sostenuto posizioni analoghe a quelle di Leone è stato ed è senza dubbio il Partito Radicale che però all’epoca delle dimissioni si distinse per una particolare vis polemica contro il Presidente in carica. Una posizione innaturale che fu poi sanata solo nel 1998 da una lettera di scuse di Pannella e Bonino.

Qui il testo integrale:

leone integrale

 

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