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Siamo anche troppo buoni a definire come sovreanisti i sostenitori dell’Italexit.
Come si vede dalla presenza in Italia di Steve Bannon e dal suo invito esplicito a imporre la nomina di Savona per andare verso l’Italexit.
E come si può vedere dall’accordo non segreto tra la Lega e il partito di Putin:

Esclusiva: il testo integrale dell’accordo tra Russia Unita e Lega Nord


Ora, di fronte all’Italexit, con la connessione tra Costituzione e Trattati europei (articolo 11, 81 e 117.1) non si vede come il Presidente della Repubblica, tanto più rispetto agli attacchi intimidatori, possa fare a meno di non dare il consenso a una nomina che gli venga proposta. Comunque lo rigiriamo l’articolo 92 chiede la convergenza di due volontà e se il Presidente non vuole firmare, non per une generica differenza di visioni politiche, ma per i rischi sul sistema Paese, nessuno gli può imporre nulla, il suo rifiuto non è coercibile.
Ovviamente l’opposizione europeista non solo ha il dovere di difendere questa scelta in nome anche della Costituzione, ma di ristrutturare con chiarezza su questo fronte la propria iniziativa politica. Indipendentemente da quando avvenga il prossimo scontro elettorale. Può essere a settembre o tra cinque anni, ma su quel punto si gioca il futuro del Paese. Lo spiega bene anche oggi Sergio Fabbrini.. ne riparleremo martedì 29 alle 17 a Spazio Europa con lui, con Enrico Morando, Beatrice Covassi e Vittorino Ferla. Non mancate.

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