In Diario

Al di là se sia opportuno l’intervento dei commissari Ue e se abbia o meno effetti elettorali e quali eventualmente essi siano, la giornata di oggi segna una svolta: i quotidiani sembrano essersi accorti che ai fini della successiva formazione del Governo è decisiva la collocazione rispetto ai rapporti Italia Ue, esattamente come lo furono le elezioni del 1948 tra i due schieramenti internazionali. Si legga il pezzo di Dassù su la Stampa di stamani.
L’Europa è parte della politica interna, ciedere che resti fuori è come pretendere che nelle elezioni regionali non si parli di Italia.
Non a caso il primo punto della pre-intesa sulla formazione del nuovo Governo tedesco è esattamente sull’Europa e per fortuna di questo parlerà sabato il Pd a Milano.
Questo spiega anche un altro fatto quasi miracoloso. Ieri avevo sperato in una conversione sulla via di Damasco del Corsera grillino di Cairo e in effetti qualcosa sembra accadere se non solo Antonio Polito (da qualche anno alquanto prevenuto contro il Pd) ma persino il commentatore in assoluto più favorevole al M5S (al netto del Fatto Quotidiano) Massimo Franco oggi ammettono che rispetto al’Europa le impostazioni di M5S e Lega non sono compatibili con programmi di governo nella zona Euro.
Ci sono 50 giorni di tempo per farlo capire, per far capire che sono elezioni decisive come quelle del 1948, come ripete da mesi sergio Fabbrini, abbandonando altri temi inutili della campagna.
Il 27 gennaio 1948, è quasi un anniversario, a Londra, l’ambasciatore Gallarati Scotti inviò al ministro degli Esteri Carlo Sforza una nota nella quale illustrava, analizzandole, le ragioni che avevano indotto il ministro britannico laburista nel Governo Attlee, Ernst Bevin, a invitare l’Italia ad entrare a far parte dell’alleanza militare occidentale. Nella nota, Gallarati Scotti rilevava inoltre che “una domanda è oggi su tutte le bocche (e perciò suppongo nel recondito pensiero di chi dirige la politica estera britannica): quale l’Italia che emergerà dalle elezioni del 18 aprile 1948? La convinzione generale è che questa data sia davvero una data storica non solo per gli italiani, ma per tutti gli europei in quanto segnerà il momento decisivo della posizione che il nostro paese intenderà prendere nella compagine del mondo e più particolarmente nella riorganizzazione del mondo occidentale”.

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