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Spiegazione
(nota previa: hanno aderito i colleghi Bruno Bossio e Fassina)
Ho predisposto un emendamento al decreto 19 che va in Aula giovedì per parlamentarizzare i Dpcm.
Si tratta di una fonte che nel corso dell’emergenza ha finito per avere un rilievo sconosciuto in precedenza.
Entrando in una nuova fase appare opportuno regolarli in modo diverso: ferma la responsabilità piena del Governo sulla sua emanazione, appare però opportuno introdurre un parere preventivo del Parlamento, obbligatorio anche se non vincolante, con un tempo certo di una settimana. In tal modo alcune criticità potrebbero essere prevenute dal Parlamento, senza che esso debba essere costretto ad intervenire ex post su altre fonti. Una tecnica che in questo periodo ha consentito di risolvere alcune questioni, ma che ha finito fatalmente per rendere molto più complesso e difficilmente comprensibile il sistema delle fonti.
Il decreto 19, che era nato appunto, per riportare ordine nel sistema, darebbe così anche una soluzione stabile e ragionevole.


Qui il testo
ART. 2
Al comma 1, dopo il secondo periodo è inserito il seguente:
“Gli schemi di decreto di cui al presente comma sono trasmessi alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica per l’espressione del parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, che si pronunciano nel termine di sette giorni, decorso il quale il decreto può essere comunque adottato”.

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