Al di là del caso specifico posto dall’ex-Presidente Biden e di quanto esso abbia pesato sul referendum (ragionevolmente poco), non si tratta di insinuazioni ma di affermazioni che hanno riscontri precisi, quello di cui parlano vari articoli de La Stampa di oggi, il cui direttore è un maestro del tema. In particolare spiccano l’intervista di Carpenter e le prove esibite da Iacoboni sul sostegno costante di Putin a Lega e M5S.
Sostegno del tutto logico. Il biennio 2018-2019 ha come posta decisiva la riforma della governance Ue in tutti i Paesi chiave che hanno il potere di deciderla: Francia, Germania, Italia e Spagna. Da questo punto di vista riuscire a bloccare anche uno solo dei Paesi trainanti dal punto di vista geopolitico russo sarebbe fondamentale. Il tentativo al momento è fallito in Francia, dove i finanziamenti alla Le Pen sono stati espliciti, e anche in Spagna, dove l’appoggio ai secessionisti catalani è stato ingente. Non aveva chances in Germania, ma le ha in Italia. Perché non sostenere le forze che vorrebbero proporre un referendum sull’Ue indebolendo il progetto?
Ragione in più per il centrosinistra di Governo per fare una campagna forte proprio sulla riforma della governance Ue, anche per differenza agli ex scissionisti che ammiccano a nuovi streaming con intese post elettorali col M5s.
La campagna andrebbe fatta intensivamente su questo, accantonando altre questioni che creano solo cortine fumogene sulla posta vera in campo, come la Commissione banche, i vtalizi o discutere retrospettivamente la legge elettorale che abbiamo e con cui ragionevolmente voteremo solo stavolta.
Ha ragione Fabbrini: è tema di una campagna come quella degasperiana del 1948 sulla connessione con l’area euro-atlantica. Il resto è inutile.
Recent Posts