Come si vota e come non si vota
Qualsiasi elettore, giunto al seggio con documento di identità e tessera elettorale, si vede consegnare due schede, che sono in sostanza uguali, tranne per il colore: rosa per la Camera e giallo per il Senato.
Ci sono vari riquadri in cui possiamo trovare o una lista sola (se non ha alleati) o una coalizione di liste.
In tutti i casi in alto si trova il candidato nel collegio uninominale maggioritario e sotto di lui i listini per la parte proporzionale.
Ogni elettore può fare tre scelte diverse su ciascuna scheda.
La prima è di votare uno dei listini proporzionali: in quel caso il voto vale automaticamente anche per il candidato uninominale collegato a quella lista. Ad esempio facendo una croce sul simbolo Pd vota il Pd sul proporzionale e il voto si estende al candidato del centrosinistra nel collegio. E’ la scelta più semplice e di gran lunga preferibile.
La seconda è di votare solo il candidato nel collegio uninominale: una scelta importante perché nel collegio quello che arriva primo anche solo di un voto (o il candidato del centrosinistra o quello del centrodestra, gli altri nel maggioritario non hanno speranza) va in Parlamento. Se non voto per nessuna lista, il voto per la parte proporzionale sarà spalmato pro quota tra le liste della coalizione. Nel caso del centrosinistra, essendo il Pd la forza maggiore, la gran parte dei voti al solo candidato nel collegio si sposterà comunque sul Pd.
La terza è di dare due voti coerenti: al candidato uninominale e a una delle sue liste.
Non si può invece in alcun modo dividere il voto: ad un candidato uninominale e a una lista non collegata, il cosiddetto voto disgiunto. Se lo faccio, la scheda sarà annullata sia nella parte maggioritaria sia in quella proporzionale.