Si può discutere quanto si vuole dei tempi scelti dalla Cassazione sul caso Emiliano, si può essere contenti dal putno di vista politico che la sua partecipazione alle primarie accresca le possibilità di scelta degli elettori, si può contestare la norma vigente che configura come illecito disciplinare l’iscrizione o la partecipazione sistematica e continuativa del magistrato a partiti politici e si possono criticare legittimamente anche le sentenze della Corte costituzionale, però una sentenza esiste, è la 224 del 2009, la trovate qui http://www.cortecostituzionale.it/actionPronuncia.do e dice delle cose abbastanza chiare, tra cui le seguenti:
“I magistrati, per dettato costituzionale (artt. 101, secondo comma, e 104, primo comma, Cost.), debbono essere imparziali e indipendenti e tali valori vanno tutelati non solo con specifico riferimento al concreto esercizio delle funzioni giudiziarie, ma anche come regola deontologica da osservarsi in ogni comportamento al fine di evitare che possa fondatamente dubitarsi della loro indipendenza ed imparzialità…La Costituzione, quindi, se non impone, tuttavia consente che il legislatore ordinario introduca, a tutela e salvaguardia dell’imparzialità e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario, il divieto di iscrizione ai partiti politici per i magistrati: quindi, per rafforzare la garanzia della loro soggezione soltanto alla Costituzione e alla legge e per evitare che l’esercizio delle loro delicate funzioni sia offuscato dall’essere essi legati ad una struttura partitica che importa anche vincoli gerarchici interni.La norma impugnata ha dato attuazione alla previsione costituzionale stabilendo che costituisce illecito disciplinare non solo l’iscrizione, ma anche «la partecipazione sistematica e continuativa a partiti politici»..non contrasta con quei parametri l’assolutezza del divieto, ossia il fatto che esso si rivolga a tutti i magistrati, senza eccezioni, e quindi anche a coloro che, come nel caso sottoposto all’attenzione della Sezione disciplinare rimettente, non esercitano attualmente funzioni giudiziarie. Infatti, l’introduzione del divieto si correla ad un dovere di imparzialità e questo grava sul magistrato, coinvolgendo anche il suo operare da semplice cittadino, in ogni momento della sua vita professionale, anche quando egli sia stato, temporaneamente, collocato fuori ruolo per lo svolgimento di un compito tecnico”.
Dal 2009 queste parole della Corte esistono ed è difficile ignorarle. Tutto qui.
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Se un magistrato,deve essere indipendente dalla politica,non si capisce il perchè,Emiliano e anche altri magistrati,militino nei partiti politici,siedano in parlamento e sulla poltrona di Sindaco di Bari prima e adesso..in quella di Presidente della Regione Puglia,ma anche contendente alla carica di Segretario del PD e perchè,l’associazione magistrati non lo espelle,forse perchè,sono uguali a Lui