In Diario

Mentre prosegue sui quotidiani la cortina fumogena sul caso banche (concentrata su Banca Etruria; basti leggere Cerasa sul Foglio e Martelli sul Qn per capirne la strumentalità) giustamente Stefano Folli su Repubblica fa rilevare che la presa di posizione di ieri di Di Maio che torna a a invocare un referendum sull’euro (previa legge costituzionale ad hoc) fa tornare in campo il discrimine vero della campagna elettorale che si svolge negli stessi giorni in cui realizzerà un’intesa Merkel-Macron.
Per questa ragione anche la possibile (ma niente affatto scontata) formazione di alleanze post-elettorali non potrà che partire da quel discrimine, come rilevato da Francesco Occhetta su Civiltà Cattolica. Per quanto infatti i sistemi proporzionali, come ricordava Michel Rocard nella sua lettera di dimissioni dal Governo quando Mitterrand varò la proporzionale per le elezioni del 1986, siano sistemi della dissimulazione sulle alleanze vere, queste ultime, al di là della grande fantasia degli scenaristi, non possono comunque prescindere dal discrimine delle decisioni indifferibili. E tra marzo e giugno si decide sulla governance Ue tra federalisti e putiniani.

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