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La conferma dell’incontro tra Conte e Macron, come segnalano anche Verderami sul Corsera e Ciriaco su Repubbica, è importante perché rivela due diversi schemi di alleanza. Il Presidente del Consiglio, in asse col Quirinale e il Ministro degli Ester, pensa comunque a forme di aggancio con l’asse franco tedesco perché solo con forme più forti di integrazione europea sarà possibile reggere l’onda d’urto dei prossimi mesi, dai migranti alla fine del QI di Draghi. Salvini, però, con le sue costanti provocazioni (la pacchia, la crociera) agisce invece in asse con coloro che vogliono meno Europa e che vanno contro l’interesse nazionale italiano, come il ministro bavarese che minaccia la Merkel perché non vuole solidarietà con gli immigrati. Sullo sfondo è evidente che Salvini agisce anche in obiettiva alleanza con Putin e Trump, che vogliono una Ue più debole: il sedicente sovranismo è in realtà un cavallo di Troia di chi vuole avere a che fare con deboli staterelli europei. In tutto ciò si misura il vuoto del M5S, privo di classe dirigente come dimostrano i livelli patetici della sindaca Raggi e, per di più, a causa del tetto di due mandati, incapace a produrne. Con quel vincolo ministri e deputati del M5s, pena il ritorno a lavori meno gratificanti (o non-lavori, compreso paradossalmente il Ministro del Lavoro, ora inventore di un decreto “dignità”, i cui contenuti sono tutti da scoprire, forse anche per lui) sono comunque costretti a puntellare l’equilibrio di governo, dove Salvini rischia di essere sempre più egemone, nonostante i primi segni di autonomia di Conte, che però non ha forza politica propria.

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