LA DECADENZA DA SENATORE DI BERLUSCONI
della sinistra saranno in grado di proporre politiche riformiste senza evocare più il «nemico comune».
Rimane ineludibile un dato: la vicenda giudiziaria di Berlusconi è una questione soprattutto personale, ma sempre meno istituzionale; le vicende giudiziarie del leader di Forza Italia non sono più in grado di bloccare o ricattare l’operato del Governo.
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Per il bene del Paese è necessario che questo Governo continui il suo mandato, per accompagnare la necessaria riforma costituzionale ed elettorale, evitando accelerazioni verso elezioni anticipate che riprodurrebbero, con ogni probabilità, lo status quo.
Spetterà soprattutto ai tre leader Letta, Alfano e Renzi, che appartengono a una generazione post-ideologica ma non post-valoriale, guidati dalla regia del Presidente della Repubblica, evitare sia di ripetere gli errori dei loro predecessori sia di promuovere alcune riforme che la nostra rivista ha recentemente ricordato, per costringere la classe politica a rinnovarsi nei metodi e negli uomini
10.
La stagione politica i cui miti sono stati la crescita e la prestazio
ne, la ricchezza e l’eterna giovinezza innanzitutto è finita; è tempo di guardare in faccia alla realtà avendo a cuore prima il bene comune del Paese; questa scelta più culturale che politica permetterà al Parlamento di modificare la legge elettorale — dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 4 dicembre, che ha dichiarato illegittima l’attuale — e al Governo di gestire autorevolmente il semestre europeo e rinegoziare con autorevolezza i criteri di Maastricht in favore dell’occupazione giovanile e alla politica nazionale di guadagnare la credibilità perduta.
10. Cfr
F. Occhetta, «Proposte di riforme della Costituzione», in Civ. Catt. 2013 IV 250-260.