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L-36

 

Due premesse sulle votazioni fiduciarie

 

  1. Spagna

 

https://stefanoceccanti.it/la-mozione-costruttiva-al-tempo-di-vox-lo-famo-strano-ovvero-come-fare-un-autogol-e-aiutare-il-governo/

 

  1. Francia

 

Nella serie storica delle mozioni di sfiducia di risposta alla questione di fiducia posta da un Governo ai sensi dell’articolo 49.3 Cost, andando a ritroso, ci sono stati i seguenti risultati più risicati di quello odierno (il Governo Borne si è salvato per 9 voti):

Rocard 16.11.1990 salvato per 5 voti (289 contro i 294 richiesti)

Chirac 10.10.1986 salvato per 7 voti (281 rispetto a 288)

Pompidou 14.06.1967 salvato per 5 voti (239 rispetto a 244)

Pompidou 07.06.1967 salvato per 8 voti (236 rispetto a 244)

Pompidou 18.05.1967 idem

 

Dati qui:

https://www.assemblee-nationale.fr/dyn/decouvrir-l-assemblee/engagements-de-responsabilite-du-gouvernement-et-motions-de-censure-depuis-1958

 

 

 

Traccia della lezione n. 14

21.03.23 ore 8.30

 

Oggi, con l’aiuto del dott. Paolo Bonini ed anche in vista della Settimana per l’Europa affrontiamo il Cap. 12 del Manuale.

Esso ci ricorda anzitutto che il suo Tipo di Stato non è facilmente classificabile dentro le categorie che abbiamo studiato. E’ di più di un assetto confederale tradizionale perché il livello di integrazione è chiaramente superiore a quelle realtà in quanto la sovranità è ampiamente condivisa (p. 330), ma non è definibile neanche come uno Stato federale segnato da una chiara prevalenza della Costituzione federale su un ampio raggio di materie (331).

Gli assetti vigenti si basano sul Trattato di Lisbona (del 2007) e su un’altra serie di complesse norme che confluiscono nel Tfue (p. 333).

Allegata al Tue vi è anche la Carta dei diritti di Nizza che ha lo stesso valore.

Si tratto peraltro di una realtà che, pur a Trattati invariati, è molto cresciuta anche per far fronte alla crisi simmetrica del Covid con nuovi strumenti molto importanti nel governo dell’economia (Ngeu, p. 334).

E’ cresciuto però di più soprattutto il ruolo delle istituzioni intergovernative come il Consiglio europeo composto dai Capi di Governo e con un’importante presidenza che dura due anni e mezzo (p. 335); Consiglio che si riunisce almeno una volta ogni sei mesi e che funziona da perno dell’indirizzo politico. Rilevante anche il ruolo del Consiglio dei ministri che si riunisce in varie formazioni, che esercita le funzioni legislative e di bilancio (p. 338). In particolare è importante l’Ecofin (Consiglio Affari Economici e Finanziari), che si riunisce anche in una composizione più ristretta ai soli Paesi che condividono l’Euro, detta Eurogruppo (p. 339).

Organo di raccordo tra l’anima ‘federale’ (il Parlamento eletto a suffragio universale) e quella intergovernativa, ma sempre più spinta a operare come un vero Governo responsabile di fronte al Parlamento è la Commissione, la cui Presidenza ad legislaturam è designata dal Consiglio europeo e poi soggetta al voto di investitura del Parlamento (p. 341), con un modello di forma di governo che presenta una tendenza alla parlamentarizzazione ma in cui il monopolio delle candidature alla Presidenza da parte del Consiglio mantiene comunque una forte impronta dualista (p. 341). Gli altri esponenti della Commissione sono nominati in una complessa procedura che parte dai Governi dei Paesi membri, passa per la Presidente della Commissione e per il Consiglio europeo e, infine, per l’approvazione del Parlamento (p. 341). Inoltre il Parlamento ha la possibilità di sfiduciare la Commissione nel suo insieme, determinandone la caduta. La Commissione ha una quasi esclusiva sugli atti normativi dell’Ue  (p. 343) e, in ultimo, ha acquisito poteri rilevanti sulla attuazione del Ngeu.

Organo di rilievo ‘federale’ che ha imposto una supremazia del diritto della Ue nelle materie di sua competenza e che tende a muoversi anche come giudice dei diritti dei cittadini oltre che dei comportamenti degli Stati, è la Corte di Giustizia (p. 345) e così pure la Bce, organo di governo del sistema delle banche centrali (p. 348) che fissa tra l’altro i tassi di interesse, ovvero il costo del denaro. Essa preserva sempre di più la stabilità dell’Euro anche con interventi attivi nell’acquisto dei titoli del debito pubblico di Stati (p. 350).

Per il sistema delle fonti (p. 351) vanno distinti i Regolamenti, immediatamente vincolanti per tutti, che nonostante il loro nome equivalgono alle nostre leggi, a fonti primarie, dalle Direttive, le quali tradizionalmente comportano una mediazione degli Stati membri (in Italia di norma con delega legislativa), anche se si diffondono sempre più spesso direttive dettagliate che vincolano di più gli Stati membri e autoapplicative se lo Stato nazionale è inerte per un certo periodo.

Il Manuale si sofferma quindi su principi e competenze e conclude il Capitolo (p. 363) valorizzando la relativa crescita del ruolo del Parlamento e la riduzione del voto all’unanimità ed il fatto che l’adesione all’Ue sia stata vista come ancoraggio per la democraticità del proprio Stato.

Sullo sfondo restano però le sfide poste da eventuali altri allargamenti (come allargare magari a cerchi concentrici senza svalutare l’integrazione) e la regressione di alcuni Stati verso forme di democrazia illiberale.

Per le elezioni europee resta poi da vedere se il processo di parlamentarizzazione che passa anche per l’indicazione preventiva dei candidati alla guida della Commissione (spitzenkandidaten) sarà confermato come nel 2014 o smentito come nel 2019, a causa dei complicati equilibri nel Consiglio europeo che poi individua concretamente il candidato.

 

 

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