Sintesi della 22° lezione di Diritto Parlamentare.
L’elezione popolare diretta del presidente della Repubblica francese avviene dal 1965. Il progetto iniziale della V Repubblica del 1958 prevedeva l’elezione del presidente tramite 80000 grandi elettori. La situazione emergenziale derivante dalla guerra di Algeria aveva fatto concentrare i poteri dello stato sul presidente mentre la Costituzione era fortemente ambigua sulla suddivisione dei poteri tra primo ministro e presidente.
De Gaulle, una volta finita la guerra, nel 1962, volle stabilizzare la posizione di predominanza del presidente e fece presentare al governo una proposta di referendum sull’elezione diretta del presidente della Repubblica. Questa proposta vedeva però il Parlamento contrario, che sfiduciò il governo. De Gaulle allora sciolse il Parlamento e si andò ad elezioni quasi in contemporanea con il referendum. Questa risultò una mossa vincente: in Assemblea ottenne una maggioranza gollista e l’elezione del presidente divenne diretta.
Nel 1965, nelle prime elezioni presidenziali dirette, De Gaulle si candida per un secondo mandato, e la sinistra per avere una chance di vittoria presenta un unico candidato (un rappresentante di un partito minore repubblicano, François Mitterrand). Con un sistema partitico molto fragile, l’elezione del presidente determinò un “reset” della strutturazione dei partiti che diventarono più o meno forti a seconda della capacità di esprimere candidati presidenziali. Il sistema venne inoltre spinto verso il bipolarismo. Il ballottaggio, per molti sorprendente, vide De Gaulle riconfermato alla presidenza. Dopo le dimissioni anticipate di De Gaulle nel 1969, il centrosinistra, colto di sorpresa, non riuscì a concentrarsi su un unico candidato. Il ballottaggio infatti vide lo scontro tra due candidati di destra, Georges Pompidou (gollista) e Alain Poher. Il primo risultò vincitore, ma sarebbe rimasto in carica solo fino al 1974, anno della sua morte. Nel 1971, il centrosinistra si aggruppò ancora una volta intorno alla figura di Mitterrand, segretario del nuovo Ps, nel tentativo di creare un partito “presidenzializzato”, capace di puntare, appunto, alla presidenza. Le presidenziali nel 1974 videro infatti Mitterrand candidato unico del centro-sinistra, il quale sarebbe arrivato in testa al primo turno, contro Valéry Giscard d’Estaing, candidato del centro-destra che tuttavia avrebbe vinto, seppur di pochissimo, il ballottaggio. Questa fu la prima elezione realmente competitiva. Il centro-destra, intimorito da una possibile vittoria del centro-sinistra, propose allora una riforma che avrebbe dovuto consentire, su richiesta di almeno 60 parlamentari, un ricorso preventivo al Consiglio Costituzionale sulla costituzionalità delle leggi.
In questi anni, dato il sistema partitico di quadriglia bipolare, il primo turno delle presidenziali ebbe una funzione simile a quella delle primarie, sia per il centro-destra che per il centro-sinistra. Nel 1981 infatti il primo turno vide come primo arrivato Giscard d’Estaing (cdx), secondo Mitterrand (csx), terzo Chirac (cdx) e quarto Marchais del partito comunista. Al ballottaggio vinse nettamente Mitterrand, che sciolse immediatamente la Camera ottenendo una maggioranza del suo colore politico. Nel 1986, dopo 5 anni, alle nuove elezioni parlamentari, il presidente Mitterrand nonostante una riforma elettorale in senso proporzionale, non riuscì a impedire una maggioranza di centrodestra: ebbe iniziò la prima coabitazione. In questo caso il primo ministro gode di poteri maggiori rispetto ai primi ministri dello stesso colore del presidente. Questa coabitazione dura per tutti gli ultimi due anni del mandato di Mitterrand. Nel 1988 le nuove presidenziali videro di nuovo come vincitore Mitterrand contro Chirac, che di nuovo sciolse immediatamente la Camera (a tre anni dalle ultime elezioni). In queste elezioni per la prima un candidato di estrema destra arrivò quarto con il 14% dei voti al primo turno; J.M. Le Pen scalzò infatti il candidato del partito comunista che arrivò solo quinto. Dal 1993 al 1995 ritorna dunque la coabitazione.
Alle presidenziali del 1995 il candidato eletto fu Chirac (gollista), a scapito di Jospin. Essendo la maggioranza parlamentare già di centro destra il presidente non sciolse subito il parlamento durante la cosiddetta “luna di miele” ma decise di farlo a medio termine, solo nel 1997. Non ottenne però una maggioranza favorevole alle elezioni, tant’è che si venne a creare una situazione inedita: due anni di presidenza piena seguiti da cinque anni di coabitazione. Per evitare questo genere di situazioni nel 2000 è stata approvata una riforma che diminuisce la durata del mandato presidenziale da 7 a 5 anni, ovvero la stessa durata della legislatura. Inoltre è stato previsto da una legge organica che le elezioni dell’assemblea parlamentare avvengano ad un mese dalle elezioni presidenziali, come avveniva già nella prassi inaugurata da Mitterand al suo primo mandato. Nelle presidenziali del 2002 Chirac si è ritrovato a vincere il ballottaggio contro la destra estrema di J.M. Le Pen. Nel 2007 il centrodestra si è riunito nel UMP rappresentato da Sarkozy, il quale aveva vinto contro Ségolène Royal, designata con delle primarie tra gli iscritti del partito socialista. Nel 2012 per la prima volta le primarie del partito socialista sono aperte a tutti gli elettori che designeranno Hollade, il quale sarà eletto presidente della Repubblica. In queste elezioni riprende consenso il partito di estrema destra guidato da Marine Le Pen.
Attualmente il centrodestra, in vista delle elezioni presidenziali del 2017 ha indetto primarie aperte per il 27 novembre che vedono tra i principali sfidanti Sarkozy, Juppé e Fillon (già primo ministro della presidenza Sarkozy).
A questo punto, facendo una breve analisi politologica, possiamo ipotizzare che, se dovesse vincere Sarkozy alle primarie non sarebbe scontata una presenza al ballottaggio della Le Pen, in quanto il primo rappresenta il candidato più a destra del partito; potrebbe esservi un ballottaggio Sarkozy-Hollande. Se però vincesse Sarkozy e andasse al ballottaggio con la Le Pen gli elettori di sinistra voterebbero difficilmente al secondo turno e quindi Sarkozy potrebbe prevalere alla fine non di molto. Se alle primarie vincesse Juppé, invece, sarebbe più probbaile un ballottaggio Juppé-Le Pen perché non toglierebbe voti a questa seconda, ma poi al balllottaggio potrebbe vincere meglio perché gli elettori di sinistra sarebbero alla fine disponibili a votare per lui.
N.B. A gennaio 2017 si terranno le primarie della sinistra. A tal proposito, un tema ricorrente è se convenga sottoporre il candidato uscente (Hollande) a primarie. Nel 2017 potrebbe esserci dunque una sorta di “primaria di conferma”, in quanto gli altri candidati non sono molto forti.