Lezione 26 – Il secondo turno delle primarie della destra francese
Relatore: Jean Philippe Derosier (Docente Diritto Pubblico a Università di Lille), in collegamento Skype. Derosier ha sviluppato la sua analisi intorno a cinque punti fondamentali.
- Mobilitazione democratica primarie. Le primarie della destra sono le seconde primarie aperte nella storia della democrazia francese, dopo quelle della sinistra nel 2011. Nel 2011 parteciparono 2,5 milioni di elettori; in quelle della destra hanno invece partecipato circa 4,5 milioni di elettori. Il popolo si disinteressa ai partiti (pochi iscritti), ma si interessa al dibattito politico. Rispetto alle primarie di cui in questi giorni si discute, non si può giungere fino a parlare – secondo il prof. Derosier – di una “mobilitazione democratica”, come si legge sulla stampa, in quanto vi ha partecipato comunque appena il 10% dei 47mln di elettori francesi. L’alta partecipazione è giustificata dalla forte contestazione del presidente in carica (accadde anche con Sarkozy nel 2011). Sarkozy però fu contestato nella sua persona; Hollande invece è contestato piuttosto per il suo operato da presidente.
- Fillon è il candidato della destra francese. Tuttavia potrebbe non essere l’unico: altri candidati minori afferenti all’area di destra sarebbero in procinto di annunciare la propria candidatura.
- Le primarie a sinistra. La sinistra è in qualche modo divisa. Le primarie si svolgeranno dal 22 al 29 gennaio. Hollande non ha ancora annunciato se si candiderà o meno. Valls, il premier di Hollande, è intenzionato a candidarsi. Entro il 15 dicembre devono essere presentate le candidature (con requisiti meno stretti rispetto alla destra). I candidati dovrebbero essere tre o quattro per il partito socialista e altri tre provenienti da altri partiti di centro-sinistra. Gli sfidanti saranno quindi sei o sette in totale. Tutto è sospeso in attesa della decisione di Hollande. Se il partito dovesse schierarsi dalla parte del Presidente uscente, le primarie potrebbero essere annullate. Potrebbe capitare inoltre che alcune candidature vengano ritirate dopo la decisione di Hollande. Alcuni osservatori ritengono non possibile un confronto elettorale fra Valls e Hollande. Ad ogni modo, Valls avrebbe poche chance contro Hollande, visto che è sempre stato sostenuto dal Capo dello stato. Se Valls dovesse alla fine candidarsi contro Hollande dovrebbe però dimettersi da Primo Ministro. Un altro problema di Valls sarebbe rappresentato dalla dubbia disponibilità economica per far fronte alle spese della campagna elettorale. Ci sono infine altri candidati nel centro-sinistra fuori dalle primarie: Jean-Luc Mélenchon, sostenuto dal Front de Gauche; Emmanuel Macron (più centrista), ex ministro dell’Economia di Valls, il quale ha, secondo il prof. Derosier, poche possibilità di vincere le primarie (per Derosier arriverebbe a un 4-5%, anche se per ora i sondaggi lo danno al 12%). Per la candidatura sono necessarie le firme di 500 eletti. E il partito socialista potrebbe sanzionare il supporto di candidati “non ufficiali”, potrebbe non candidare alcuni deputati. Non bisogna però dare per scontato che la sinistra non vada al ballottaggio: anche restando in campo Mélenchon se le primarie ricomponessero il centrosinistra, probabilmente intorno a Hollande e Macrin non si presentasse, il candidato socialista potrebbe andare al ballottaggio con Fillon.
- Cammino verso le presidenziali. Fillon è per ora dato in vantaggio contro Le Pen, nonostante prima delle primarie Le Pen fosse avanti nei sondaggi contro tutti i candidati di destra, a meno che non si fosse trattato sfidare Juppé. Quando si conoscerà il candidato della sinistra, tuttavia, i dati dei sondaggi cambieranno ulteriormente. Al momento vi è un forte cambiamento all’interno dell’equilibrio politico, in quanti ci troviamo di fronte ad una sinistra “inquieta”, una destra molto avanti con la campagna, e un’estrema destra che potrebbe con molte probabilità, arrivare al secondo turno.
- Cammino verso le legislative. Dalle legislative di giugno, presumibilmente, emergeranno maggioranze afferenti al colore del presidente. Infatti, l’elettore in genere è spinto a fare la stessa scelta del secondo turno anche alle elezioni legislative. I candidati del partito gollista alle legislative sono già quasi tutti scelti prima delle primarie, senza però il contributo di Fillon, saranno quindi ancora legate al presidente del partito. Come già successo nel 2008 con Sarkozy.
Dopo l’intervento del relatore, è intervenuto il prof. Ceccanti, soffermandosi su un punto in particolare: “il centro-destra è drogato nei sondaggi. Fillon sta al 30% ma è un risultato drogato”. La destra, ma anche qualsiasi altra fazione politica, sotto i riflettori dei media, aumenta il consenso rilevato dai sondaggi. I candidati che vincono le primarie vengono dati dai media sul momento per certi vincenti ma è un effetto ottico della concentrazione di attenzione per le primarie, che poi diminuisce, come accadde a Bersani.
Successivamente gli studenti hanno posto delle domande al Prof. Derosier:
- Qual è il futuro di Marcon? Macron ha scarse possibilità di vincere le primarie, ancora meno di accedere al ballottaggio. Se decidesse di candidarsi, la sua carriera politica sarebbe molto breve. Avrebbe molto più senso se invece appoggiasse il candidato della sinistra, con la possibilità di ambire nel breve periodo ad un ruolo rilevante nella formazione del governo.
- Il rapporto tra Fillon e Putin nello scenario politico internazionale? Ci sono molti punti in comune nella politica estera soprattutto nel medio oriente.
- Ci sono differenze fra Sarkozy e Fillon, dato quest’ultimo è stato già Primo Ministro del primo? Fillon e Sarkozy è difficile slegarli, dato il passato di Fillon come primo di ministro di Sarkozy. Vi sono, sostanzialmente, delle differenze minime. L’unica differenza è che Sarkozy ha un carattere più nazionalista, mentre Fillon ricalca più una destra tradizionalista cattolico in chiave sociale e liberista in campo economico (alcuni lo hanno definito “tatcheriano”).
- Nell’ipotesi di un ballottaggio Fillon-Le Pen, di quanto sarebbe lo scarto? Per il prof. Derosier, Fillon potrebbe ottenere un consenso dal 60 al 65%.
- Come potrebbe Fillon conquistare i voti di destra senza perdere quelli di centro?
Data l’eterogeneità del Fn, Fillon dovrà rivolgere la sua attenzione a quelle parti più indecise del suo elettorato, non così estreme ma vicine comunque alle posizioni di destra, senza assurgere a posizioni troppo estreme che potrebbero allontanarlo dal suo elettorato.