L-36
Traccia della lezione n. 6
28.02.23 ore 8.30- Forme di Stato: feudalesimo, Stato Assoluto e Stato Liberale
(avviso: questa settimana il ricevimento sarà domani dalle 10 alle piano 2 stanza 8)
Avviso: l’ipotesi di lavoro per gli esoneri, salva verifica di cosa riusciamo a fare, è la seguente
Vanno nel primo esonero che dovrebbe essere a fine marzo: Manuale Amato-Clementi su forme di stato e di Governo; Manuale Frosini capitoli I, II, paragrafi 10 e 11 del IV, paragrafi 6/8 del V, XII, ossia metodo, costituzionalismo, tipo di Stato, sistemi elettorali, Unione europea
Vanno nel secondo: capp. Manuale Frosini III, VI, VII, VIII, XI, ossia Famiglie giuridiche, Parlamenti, Capi di Stato, Diritti e Libertà, Giustizia costituzionale
Proseguiamo oggi sulle forme di Stato col contributo del dott. Enrico Campelli che ci ha mandato questa traccia
Lo Stato è una realtà sconosciuta nel medioevo. Nell’arco di tempo che intercorre tra la caduta dell’impero romano e la seconda metà del 400 ciò che esiste è piuttosto un assetto generale dei rapporti giuridici, definito ordine giuridico medievale. Uno degli aspetti che caratterizzano l’età medievale è infatti il particolarismo giuridico, cioè la dispersione del potere sul territorio, intendendo con ciò la presenza simultanea di differenti centri di potere, tutti regolati dal diritto consuetudinario e parimenti legittimi (giurisdizione nobiliare, ecclesiastica, comunale, etc.) su un medesimo territorio. Nel corso dell’undicesimo secolo, una generale rinascita della civiltà europea fa sì che si moltiplichino le spinte – sociali, economiche, culturali – verso il superamento della frammentazione medievale e la costruzione di organismi politici più stabili ed efficacemente organizzati.
La prima forma di Stato moderno è lo Stato assoluto, intesa come regime politico in cui il potere è esercitato dal sovrano senza restrizioni e limitazioni. Sebbene esso si realizzi con tempi e modalità diversi nelle diverse monarchie, le caratteristiche dello Stato assoluto sono: la concentrazione del potere nelle mani del re; la definizione di un territorio su cui si esercita l’autorità del sovrano; la creazione di un vasto apparato burocratico composto da funzionari fedeli alla corona; la creazione di eserciti permanenti; lo sviluppo di un sistema fiscale accentrato; la tendenziale sostituzione come classe dirigente della vecchia nobiltà feudale con la nuova borghesia legata ai traffici e alle professioni.
Tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo l’assolutismo Regio assunse una forma razionalizzata ad opera soprattutto di Maria Teresa d’Austria e Carlo III di Borbone solitamente definita “Stato di polizia”.
A partire dall’epoca delle guerre di religione del 500 e del 600 si sviluppò in Inghilterra e in Olanda un filone di pensiero politico che attribuiva valore primario all’individuo e ai suoi diritti, tanto da rivendicare una sfera di autonomia dei singoli nei confronti dello Stato e sottolineare la necessità di porre precisi limiti al potere dei governanti. Conseguenze del liberalismo furono affermazione dello Stato di diritto e l’emanazione delle prime costituzioni. I caratteri peculiari della forma di Stato liberale sono: una base sociale ed economica omogenea, la borghesia; il ridimensionamento dei compiti dello Stato; il riconoscimento delle libertà individuali; la natura rappresentativa dei sistemi costituzionali; la soggezione dei poteri pubblici alla supremazia della legge; la tendenziale separazione dei poteri.
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