In Diario

Nel complicato processo rivoluzionario che seguì alla Rivoluzione del 25 Aprile, che era esposto sia ai rischi di una controrivoluzione autoritaria sia a quelli di un colpo di stato comunista organizzato dal Pc stalinista di Cunhal e dai militari di estrema sinistra, Mario Soares, scomparso oggi, fu l’uomo decisivo che stabilizzò la democrazia, con l’aiuto di molti esponenti europei tra cui Olof Palme, nonostante le riserve di Henry Kissinger, espresse in un celebre dialogo ricordato da Samuel Huntington:

During the chaos of Portugal’s democratic revolution in April 1974, Mário Soares, the provisional government’s foreign minister, visited Henry Kissinger. The U.S. Secretary of State was concerned that Portugal’s communist party would seize power and urged the democratic socialist Soares to take a tougher stance against the Stalinists.

“You are a Kerensky,” Kissinger said, “I believe your sincerity, but you are naive.”

To which Soares replied: “I certainly don’t want to be a Kerensky.”

And Kissinger shot back: “Neither did Kerensky.”

 

Ma in effeti Soares non fu Kerensky, dal febbraio 1917 non si scivolò nell’ottobre.

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