In Diario
Da ieri sera sembriamo tornati al bipolarismo tradizionale, con buona pace di quella classe dirigente che ha delegittimato il ballottaggio dell’Italicum perché credeva in un successo del M5S.
Però anzitutto quest’impressione è anch’essa figlia del sistema elettorale che prevede il ballottaggio.
Il problema però è che questo non è trasferibile sul piano nazionale. Non solo perché le regole sono diverse ma anche perché per ragioni politiche quelle coalizioni non sembrano al momento trasponibili. Anzi, spostando le elezioni più avanti,  col nuovo dialogo franco-tedesco che porterà a proposte di una Ue rafforzata, quello si imporrà ancor più come il tema chiave. Potrà Forza Italia allearsi con la Lega che chiede il referendum sul’Euro? Potrà il Pd allearsi con alcune delle forze alla propria sinistra che chiede lo smantellamento di riforme che ci potrebbero fuori dalla convergenza con glia altri Paesi Ue?
Quindi non solo le diverse regole elettorali (che a questo punto non saranno cambiate e peraltro se si tentasse di cambiarle durante le legge di bilancio sarebbe una gara di ricatti incrociati) ma anche i problemi reali rendono difficilmente trasponibili quelle coalizioni che invece hanno senso sul piano locale.
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