In Diario
Peccato che i lavori parlamentari, pur trasparenti, non siano ben seguiti.
Invito tutti a leggere lo stralcio che segue dal Resoconto di ieri. Il viceministro Morando nota una cosa molto importante: finché si fanno dibattiti generici sulle proposte economiche si tende a sostenere di tutto; quando invece c’è la legge di bilancio sei costretto a dare una copertura precisa alle proposte, a dire dove prenderesti i soldi. Quindi accanto ai possibili consensi di coloro a cui dai qualcosa devi rischiare di perdere quello di altri a cui togliere qualcosa. Bene: il centrodestra non ha presentato emendamenti per smantellare il sistema delle pensioni e il M5s non ha presentato quello sul reddito di cittadinanza. Ammettendo implicitamente che sono proposte demagogiche.
A voi questa breve lettura:

“Ho cercato invano tra gli emendamenti segnalati un emendamento in materia di pensioni di Forza Italia e Lega che traducesse in proposta legislativa l’indicazione assolutamente fondamentale nella risoluzione sulla Nota d’aggiornamento al DEF di Forza Italia e Lega volta a riportare la regolazione in materia di pensioni in Italia alla situazione pre-Fornero. Sia i senatori della Lega che quelli di Forza Italia sanno che non sto parlando di una cosa che mi sto inventando in questo momento. Nella risoluzione di Lega e Forza Italia era presente questa indicazione e, dato l’enorme rilievo finanziario che questa indicazione ha, io mi aspettavo che con la necessaria copertura questa indicazione si traducesse in un emendamento parlamentare. Bene, questo emendamento non c’era al nostro esame, ed è un fatto positivo dal mio punto di vista che non ci fosse, ma ciò è assai significativo del credito che le stesse forze proponenti assegnano a questa proposta per il futuro del Paese: la fanno, l’hanno fatta durante la risoluzione del DEF, ma è patente che non ci credono; se ci avessero creduto, l’avrebbero presentata come proposta emendativa alternativa alle soluzioni indicate nella legge di bilancio.

Così come, per la prima volta, ho cercato invano tra gli emendamenti segnalati l’emendamento del Movimento 5 Stelle volto ad introdurre in Italia il reddito di cittadinanza, una misura che vale appena un po’ di più in termini finanziari di quella che viene introdotta nella legge di bilancio volta a eliminare l’aumento di pressione fiscale IVA che è disposto dalla legislazione vigente a partire dal 1° gennaio del 2017. Per valutazioni tecniche condivise tra il Governo e il Gruppo del Movimento 5 Stelle, l’introduzione di un reddito di cittadinanza, così come disegnato dal Movimento 5 Stelle, vale grosso modo 17 miliardi di euro; allo stesso modo l’eliminazione – questo lo possiamo dire con più certezza perché ci sono le relazioni tecniche alla legge di bilancio – delle cosiddette clausole di salvaguardia, cioè degli aumenti di IVA previsti a legislazione vigente, vale circa 15 miliardi di euro. Quindi sarebbe stato legittimo proporre l’una cosa al posto dell’altra; grosso modo sarebbe stata una soluzione alternativa. Non è stata presentata questa proposta, né ne sono state presentate altre, il che vuol dire che evidentemente si sta ragionando sopra l’esigenza di “trovare” rispetto al passato coperture finanziarie più solide rispetto a quelle che tradizionalmente vengono poste a copertura di questo provvedimento.”

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