Niente di nuovo sotto il sole nel documento “Cinque osservazioni critiche sulla riforma costituzionale” inviato a Internazionale
- Nel testo si trascura di specificare che gli articoli modificati dalla riforma Boschi sono 47 perché una riforma del bicameralismo che lo renda asimmetrico a favore della Camera come in tutti i sistemi parlamentari interviene in molti articoli dove i poteri sono paritari. La Corte costituzionale nella 1/2014 ha fatto valere il principio della continuità dello Stato che copre tutte le attività del Parlamento, nessuna esclusa.
- Il nuovo Senato espressione delle istituzioni territoriali ha un’area di leggi ordinamentali quantitativamente ridotta (il 5%) anche se qualitativamente significativa specie nei rapporti centro periferia analogamente alle seconde Camere europee. Chi tiene alle garanzie dovrebbe essene lieto.
- I costituzionalisti che si applichino al testo senza pregiudizi non possono che concludere che i procedimenti sono due: a prevalenza Camera per il 95% delle leggi e a bicameralismo paritario per il restante 5%,
- Tutti gli elenchi di materia, per quanto perfezionati, non hanno mai la pretesa di stabilire rigidamente dei confini. E’ la presenza dei legislatori regionali nel senato che crea il confine effettivo.
- La cosiddetta “clausola di supremazia” era stata di fatto creata dalla Corte con la sussidiarietà legislativa e con l’accettazione di forme penetranti di coordinamento della finanza pubblica, rimettendo di fatto a sé la decisione. Qui la responsabilità torna nelle responsabilità del Governo e del Parlamento come in tutti gli Stati decentrati, compresi quelli nominalmente federali . anche rispetto alle materie di competenza regionale (articolo 117). L’impressione generale è che la riforma abbia modificato l’equilibrio dei poteri senza ripensare a un bilanciamento adeguato.
- In conclusione non appare coerente la linea complessiva di critica perché a tratti si parla di confusione e a tratti di concentrazione del potere, due concetti che si escludono a vicenda. In realtà c’è una maggiore responsabilizzazione sia del governo sia del Parlamento rispetto ad una conflittualità eccessiva che sposta oggi le decisioni verso poteri irresponsabili.
Last but non least: una norma rigorosa contro il dissesto finanziario posta nell’art. 120 sarebbe un motivo per votare No???
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