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Dal 1994 è consentito ai singoli parlamentari di presentare progetti di legge di autorizzazione alla ratifica dei trattati che in precedenza era riservata solo al Governo.

Questa innovazione fu particolarmente opportuna, anche se a prima vista potrebbe apparire anomala perché i trattati sono sottoscritti dai Governi, perché essa consente al Parlamento di superare un eventuale ostruzionismo di maggioranze divise al proprio interno. Esattamente come nel caso odierno.

Nella legislatura 2008-2013 quell’innovazione si rivelò ad esempio decisiva su un terreno simile, quello delle intese con le confessioni religiose diverse dalla cattolica, anch’esse stipulate dal Governo, dove prendemmo l’iniziativa insieme al collega Malan perché la divisione nella maggioranza non consentiva al Governo di portarle in Parlamento. Pochi mese dopo la nostra iniziativa il Parlamento le approvò.

Bene ha fatto quindi il Pd a inserirsi in questa opportuna prassi e a presentare il testo Mes, essendo l’Italia l’unico Paese che non ha ancora ratificato

Non si tratta di decidere ora sulla sua utilizzazione da parte dell’Italia, ma attraverso la ratifica di renderla possibile a chi deciderà poi nel merito di ritenerla utile per il proprio Paese. Altrimenti l’Italia si arrogherebbe da sola un potere di veto del tutto sbagliato che sarebbe un esempio negativo per altri Paesi su altre intese,

Stefano Ceccanti, costituzionalista

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