In Diario
Sulla primaria francese qui sotto l’ottima analisi sui numeri di Dario Parrini (da Facebook).
Aggiungo solo qualche considerazione:
chiunque vinca al ballottaggio di domenica (ma darei per certa la vittoria di Hamon) i sondaggi (per quello che valgono) dicono che arriverebbe quinto (dopo Le Pen, Fillon, il liberal Macron e il sinistro Melenchon), quindi siamo di fronte a un partito in coma, visto che nella v Repubblica i partiti hanno senso se sono capaci di esprimere un candidato presidenziale come sempre aveva fatto il Ps (non riuscendoci di poco solo nel 2002);
quando c’è un declino (e qui nella partecipazione è stato forte da 2 milioni e 6 a 1 milione e 8) l’effetto benefico di apertura delle primarie diminuisce e pesa di più l’elettorato tradizionalista, di appartenenza ideologica  (non è quindi stupefacente che Hamon batta Valls);
a questo punto, siccome la politica non conosce vuoti, se un partito è sull’orlo del suicidio non riuscendo a esprimere un candidato, non ci si può neanche stupire che avanzi un candidato senza partito (Macron), ben descritto oggi da Valensise sul Mattino-Messaggero e da Ferrara sul Foglio. Arriverà al ballottaggio? Ci arriverà in uno schema rinnovato centrodestra (Fillon) – sinistra liberale o in uno schema di sfida innovativa alla Le Pen?

“In Francia analogie impressionanti tra la primaria presidenziale del centrodestra dello scorso novembre e quella della sinistra svoltasi oggi.
In entrambi i casi il primo turno della competizione ha visto piazzarsi secondo il candidato che in base alle previsioni della vigilia doveva arrivare primo (Juppé nella primaria del centrodestra, Valls nella primaria della sinistra) ed ha visto prevalere il candidato che secondo i pronostici doveva arrivare terzo (Fillon nella primaria del centrodestra e Hamon nella primaria della sinistra).
Valls ce la metterà tutta per imporsi ma stando così le cose è ragionevole ipotizzare che tra una settimana il vincitore finale delle primarie della sinistra francese sarà l’ex ministro Hamon, il quale, come Fillon, ha subito incassato l’appoggio del terzo arrivato (non appena eliminato, Sarkozy fece dichiarazione di voto per Fillon, e così ha fatto Montebourg per Hamon).
Hamon ha pochissime possibilità di arrivare al secondo turno delle presidenziali di aprile-maggio, in vista delle quali sembrano rafforzarsi le chances di Macron di accedere al ballottaggio.
Le principali differenze tra le due primarie hanno invece a che vedere con il distacco tra primo e secondo arrivato nel primo turno (16 punti % – 44 a 28 – nella primaria del centrodestra, 5 punti % – 36 a 31 – nella primaria della sinistra) e con l’affluenza: molto alta nella primaria del centrodestra (4,3 milioni di votanti al primo turno, 4,4 milioni al secondo); bassa e in calo nella primaria della sinistra (meno di 2 milioni di votanti contro i 2,6 del primo turno della primaria del 2011).”

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