Nella prima lezione di Diritto Parlamentare in previsione della visita alla Commissione Bilancio di martedì 27 settembre è stato introdotto il tema della legge finanziaria, un atto parlamentare “vitale” e, come per i decreti, caratterizzato da tempi certi. Ogni anno, infatti, il Parlamento deve approvare la legge di bilancio dello Stato entro il 31 dicembre. Per questo motivo il governo dopo aver concordato preventivamente i capisaldi della legge con la Commissione Europea la presenta entro il 20 ottobre a una delle due camere, alternando di anno in anno tra Camera e Senato, secondo il cosiddetto “principio della culla”. La maggior parte delle modifiche al testo del governo avvengono alla Commissione Bilancio (assieme alla Commissione Affari Costituzionali, la più importante del Parlamento) del ramo del parlamento in cui il progetto di legge è stato presentato. Entro fine novembre il testo dovrebbe essere approvato e trasmesso alla seconda camera, in questo caso al senato: il testo dovrebbe uscire dalla Commissione Bilancio e approdare un Aula intorno al 10 dicembre. Entro fine anno dovrebbe poi tornare alla Camera per la lettura conforme. Spesso accade che in questa fase il governo decida di ricorrere al voto di fiducia in modo da “blindare” il testo già approvato ed evitare il prolungamento dei tempi di discussione. A complicare il procedimento di approvazione di una delle leggi politicamente più importanti vi è poi il vincolo del pareggio di bilancio strutturale costituzionalizzato nel 2012 nell’art. 81 della Carta, il quale richiede l’approvazione a maggioranza assoluta nel caso in cui la manovra sia in deficit a causa di un ciclo economico sfavorevole o da eventi eccezionali.
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