La questione è la seguente: l’articolo 92 consente al Presidente di non firmare e qui il testo è chiaro, non deve nemmeno motivare.
Ovviamente, visto il ruolo del Presidente della Repubblica, non deve essere un argomento di indirizzo politico ma relativo al quadro costituzionale.
Era così forte la presa dei partiti nei primi decenni che molti manuali davano quasi per scontato che la firma fosse dovuta. Indebolitisi i partiti, però, il Presidente ha potuto far leva sulla norma scritta e farsi valere in numerosi casi dai conflitti di interesse (caso Previti avvocato di Berlusconi), all’equilibrio e alla separazione dei poteri (caso Gratteri Napolitano rispetto a Renzi). Figurarsi su un emulo di Varoufakis che voleva farci uscire surrettiziamente da euro.
Il Presidente italiano è nel testo scritto e nella Costituzione vivente il più forte dei capi di Stato in regime parlamentare. Per questo Mattarella non si merita accuse ingiuste e tanto meno l’avvio assurdo della procedura per attentato alla Costituzione.
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